OPERE
juri lorenzetti | Mam's Sassoferrato 2020
Juri Lorenzetti - Mam's Museo - Sassoferrato - pittori contemporanei
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Juri Lorenzetti | Fondo Fileni | Cupramontana | arte contemporanea
Juri Lorenzetti | Fondo Fileni | arte contemporanea |arte italiana
JuriLorenzetti | MAm's Museo

Legami 2020

Quattro settimane  2020

Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - quarantena
Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
JURI LORENZETTI - Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
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JURI LORENZETTI | ARTE CONTEMPORANEA - Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
JURI LORENZETTI | ARTE CONTEMPORANEA - Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti

Metamorfosi 2019

Metamorfosi 2019

Lunaris 2019

JURI LORENZETTI | ARTE CONTEMPORANEA - Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti - collection gallery
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Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
JURI LORENZETTI OPERE - Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti
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L'inferno dei Santi 2019

Juri Lorenzetti opere - arte contemporanea - dipinti

Volume 2019

JURI LORENZETTI OPERE - BERLINO - ARTE CONTEMPORANEA - ARTISTI ITALIANI
JURI LORENZETTI OPERE - BERLINO - ARTE CONTEMPORANEA - ARTISTI ITALIANI

Wall Project 2014

JURI LORENZETTI OPERE - BERLINO - ARTE CONTEMPORANEA - ARTISTI ITALIANI - ARTCEVIA FESTIVAL - WALL PROJECT nasce con l'intento di coniugare l'avvenimento #storico dell'abbattimento del muro di Berlino ad una visione contemporanea ricreando un percorso tra fotografia e concettualità.  Esprime la capacità di ripetere nei particolari il passato seguendo un ordine conforme alla realtà quotidiana, è il mondo del passato allo specchio, il gesto esce ed è un viaggio che illumina il futuro in un processo di continuo confronto.  La mostra è un'interazione esplicativa, un ponte di collegamento.  È il tempo nello spazio.  Esprime idea e forma ed evidenzia i più profondi contenuti intellettuali attraverso una ricerca armonica di relazioni e proporzioni.  WALL PROJECT è un deposito di diramazioni della stessa #idea, unifica in un unico spazio la descrizione storico fotografica ed il linguaggio contemporaneo.

Art[t]cevia Festival   Centro culturale San Francesco, Arcevia (AN)

WALL PROJECT nasce con l'intento di coniugare l'avvenimento #storico dell'abbattimento del muro di Berlino ad una visione contemporanea ricreando un percorso tra fotografia e concettualità.

Esprime la capacità di ripetere nei particolari il passato seguendo un ordine conforme alla realtà quotidiana, è il mondo del passato allo specchio, il gesto esce ed è un viaggio che illumina il futuro in un processo di continuo confronto.

La mostra è un'interazione esplicativa, un ponte di collegamento.

È il tempo nello spazio.

Esprime idea e forma ed evidenzia i più profondi contenuti intellettuali attraverso una ricerca armonica di relazioni e proporzioni.

WALL PROJECT è un deposito di diramazioni della stessa #idea, unifica in un unico spazio la descrizione storico fotografica ed il linguaggio contemporaneo.



The WALL PROJECT arises with the attempt  to combine the historical event of the fall of the Berlin Wall to a contemporary view, recreating  a way between photography and conceptualism.

It expresses the abilities to repeat, in detail the past, following a conforming order to daily reality, it is like a past world in the mirror, the motion comes out and it becomes a  journey  that gives light  to the future in a process of constant comparison.

The exhibition is an elucidative interaction, a sort of connecting bridge.

It is the time in space.

It translates concept and form and it highlights the deepest  intellectual contents through an harmonic search of relations and proportions.

The WALL PROJECT is a set of branches of the same idea that keeps together in a single space history, photographs and contemporary language.




JURI LORENZETTI OPERE - ARTE CONTEMPORANEA - TESCHIO
JURI LORENZETTI OPERE - TESCHIO - URNA - SCULTURE

Urna 2016





IL SILENZIO DEL TESCHIO INFINITO


Un oggetto qualsiasi - una pietra del monte o uno scarabocchio tracciato per caso su un pezzo di carta, una batteria di automobile o un’edizione preziosa della Divina Commedia - acquista valenza oggettuale non appena intenzionalmente si sia posto in un contesto, o materialmente o anche soltanto acquisendo intenzionalità in modo implicito. Nel con-testo entro cui "per forza di cose" viviamo, è condizione inevitabile l’essere interpretanti, ossia il far parte della catena virtualmente infinita di inventori/traduttori di senso. Ci accade per lo più in modo automatico, con risultati molto poco dinamici, con spostamenti di senso produttori di ridondanza. Insomma diciamo e gestiamo ovvietà. Ma di sicuro non esiste comunque oggetto oggettuale che sia senza senso. Sul piano dell’arte, ossia della produzione di senso maggiormente ricca (perché più fruttuosa nell’economia del linguaggio), il discorso non è qualitativamente diverso dalla situazione comune - dove per situazione comune si può andare dalla funzione di contatto in ascensore (tipo "signora mia dove andremo a finire") fino anche al ritratto pittorico in stile «tradizionale" (ripetizione «inutile" di stili e codici espressivi straconsolidati nella storia. E così via.

Della proposta di Juri Lorenzetti vista nella mostra di Arcevia colpisce lo scarto di «originalità", il rifiuto del paradosso e la ricerca del "mistero della semplicità", attraverso una lavorazione accurata e attenta alle conseguenze semiotiche e, insieme, ai pericoli della "trovata" referenziale. Un teschio non è più teschio eppure lo è, il suo oro è «prezioso" non più perché oro ma in quanto memoria archeologico/antropologica. L’oggetto è storico e a tale condizione parla un linguaggio futuro, con eleganza e perfino con leggerezza, ma con terribile (non eludibile) coinvolgimento. Si può seguire o meno il suggerimento della "ripetizione" infinita nel gioco speculare, ma vale di più il silenzio assordante che invita al discorso senza suggerirne realisticamente (oscenamente) i termini.


Franco Pecori 2016


ArtCevia 2016

Attraverso il gesto circolare che si fa segno, attraverso la sua ripetizione continua che si fa immagine, le opere di Juri Lorenzetti presentano, in una mostra omaggio a Gino De Dominicis, le fasi della gestazione quali spunto per un’indagine sul concetto di immortalità. 

Prendendo ispirazione da lastre ecografiche, l’artista compie la propria ricerca in una dimensione misteriosa. Con il carboncino, la matita e l'acrilico ricrea quell’atmosfera di isolamento e sospensione  in cui si trova immerso il futuro uomo. Si tratta di una realtà extra-terrena, conclusa in se, in cui si vive in un vero e proprio “status immortale” come lo definisce Lorenzetti. La “nascita” è in questo senso un passaggio, un avvenimento traumatico quanto la morte che con essa si confonde.

La forma base di questa serie di lavori è quindi un cerchio organico tracciato con la penna ad inchiostro.  Simbolo di perfezione, ed elemento presente in molte opere dell’artista, tale figura, nella visione alchimista (rappresentata sotto forma di serpente che si morde la coda) indica  anche la continuità della vita. In esso (embrione) e da esso (segno tracciato) si forma una vita che sia essa reale o immaginaria. 

“Tutte le guerre e tutti i rancori dell’uomo derivano da una inconscia paura e coscienza della morte” diceva De Dominicis. L’unica soluzione a tale malessere è la ricerca del suo superamento. L’immortalità è in questo senso una presa di coscienza che presuppone l’idea di morte come conseguenza della dimensione terrena e materiale legata ai concetti di tempo e spazio.

De Dominicis affrontava tale questione con il paradosso ed esorcizzava l’idea della morte attraverso un  punto di vista esterno come poteva essere quello del mito o quello del signor Paolo Rosa (giovane Down). In Lorenzetti l’immortalità assume un punto di vista intimo ed interno. Diviene la frazione di tempo di un orgasmo, l’atto d’amore che genera vita. L’artista ne vede la compiutezza nella forma del cerchio, nella rituale ripetizione di un gesto che sfocia nell’ atto "autistico". Questo si rinchiude in se stesso e si esprime nella forma compiuta dell’androgino.

Così narrava Platone nel mito di Aristofane: "E i sessi erano tre, in quanto il maschio ebbe origine dal sole, la femmina dalla terra, e il terzo sesso, che aveva elementi in comune con gli altri due, dalla luna, che partecipa appunto della natura del sole e della terra. Ed essi erano tondi e tondo il loro modo di procedere [...] Così erano terribili per forza e per vigore”.

Immortale è infine il ricordo del grande artista che ha saputo sorprendere e la cui morte rimane tuttora avvolta nel mistero. Lorenzetti tenta così di delineare il profilo di Gino De Dominicis in un opera in cui la cornice non riesce a trattenerne la traccia.

Juri Lorenzetti è riuscito così a tradurre un concetto tanto complesso semplicemente attraverso una linea che, torcendosi su se stessa, arriva alla compiutezza di una figurazione essenziale di estrema potenza.  La nascita e la morte sono legate indissolubilmente e sono l’atto unico di una vicenda paradossale che è la vita. Se l’embrione è l’idea in formazione, il naso becco (omaggio alla Calamita cosmica di De Dominicis) è il paradosso, l’elemento sacrale e mostruoso che terrorizza ma, allo stesso tempo, è l’agente propulsore, la spinta interiore verso la ricerca etica dell’assoluto.


Viviana Quattrini